Sono ancora vivo…

E’ stata una giornata che non dimentichero’ mai. Quando ho salutato mia madre, mia sorella e la mia prozia che e’ venuta per la prima volta ad accompagnarmi all’aereoportp, mi sono avviato verso l’imbarco del volo senza il minimo sospetto che qualcosa di anormale sarebbe successo. Routine insomma. Una volta seduto sull’aereo le hostess hanno incominciato con la solita dimostrazione delle norme di sicurezza prima del volo e tutto continuava a sembrare una routine. Poi improvvissamente un suono le ha interrotte, un allarme e’ suonato e la hostess si e’ fermata ed e’ entrata nel bagno, ha controllato per un po’ e poi visto che l’allarme non si fermava cosi’ ha chiamato il capitano il quale e’ uscito dalla cabina di pilotaggio ed e’ entrato nel bagno per controllare anche lui. Tutti leggevano il giornale tranquilli mentre io osservavo impaziente. Pareva che qualcosa non andasse. Sono arrivati i tecnici e poi l’annuncio del capitano: “E’ scattato l’allarme anti incendio in uno dei bagni. Abbiamo chiamato i tecnici a Copenhaghen e ci hanno detto che la cosa e’ dovuta a un rientro dei gas di scarico dallo sportello posteriore dell’aereo. Tutto regolare si puo’ decollare.” Pero’ mentre ci avviamo verso la pista di decollo qualcosa continua a non sembrare normale. Faceva un caldo bestiale, l’aria condizionata non funzionava e non capivo perche’. Facciamo per partire e dopo l’accelerata iniziale incomincia a sentirsi un odore di bruciato. Pareva un odore di olio da cucina quindi ho cercato di tranquillizzarmi ed ignorare la cosa. Poi la gente ha iniziato a urlare: “Stop! Stop!!”. Tre le urla e il panico comincio a non capire piu’ niente poi di colpo l’aereo sembra  perdere quota e compie un’improvvisa virata a sinistra. I motori rallentano, tutto sembra fermarsi, mentre l’aereo continua a girare verso sinistra. La passeggera a fianco a me ansima, panico generale, la gente continua a urlare a quel punto ho pensato: “E’ finita”. Sono tante le cose che mi sono passate per la mente e faccio fatica a ricordarle tutte. Ho pensato davvero che ero arrivato alla fine che ci saremmo schiantati. Ho pensato a quelli delle case di sotto a quanti sarebbero morti. Ho pensato alla mia famiglia, a quanto avrebbero sofferto guardando le notize, sarebbe stato un colpo per loro. Ho pensato di essere uno stupido a non avere avuto il coraggio di abbandonare il volo quanto ci sono state le prima avvisaglie che qualcosa non andava. Ho pensato a quanto avrei sofferto nello schianto, e che tutto forse sarebbe durato solo un attimo e quindi meglio cosi’. Ho iniziato ad accettare il fatto che sarei morto cosi’ giovane, e’ stata una esperienza terribile… Poi nonostante l’aereo continuasse a virare e ondulare sfiorando le case di sotto qualcosa mi ha ridato speranza.  I motori sembravano ancora spingere per tenerci in quota. Poi pero’ un altro abbassamento improvviso… “Se ci salviamo e’ un miracolo” ho pensato. Finalmente l’annuncio della hostess: “State tutti calmi cerchermo di atterrare”. Incredibile! L’areo e’ continuato a scendere molto velocemente ed e’ atterrato pesantement dopo pochi minuti sulla pista. Credetemi …. non riuscivo a crederci che ero ancora vivo. Ci siamo fermati e subito siamo stati attorniati dai vigili del fuoco. Poi sono spariti, non ricordo piu’ se l’odore c’era ancora. Il comandante e’ uscito dall’abitacolo e ci ha detto di attendere perche’ non sapevano cosa sarebbbe successo, se ci avrebbero mandato un altro aereo da Copenhagen o forse avrebbero aggiustato quello. In inglese ci ha detto: “Questo e’ stato il mio primo decollo da comandante, non pensavo sarebbe stato cosi’ avventuroso…” Qualcuno ha avuto il coraggio di applaudire… Poi finalmente l’annuncio che avremmo dovuto sbarcare. Poco male ero ancora sotto shock, sono uscito dall’aereo ma stavo ancora male. Ci hanno detto di andare a prendere i bagagli. Apetta, aspetta… E’ passata quasi un’ora. Avevo lo sguardo perso nel vuoto, mi sentivo confuso. Poi un annuncio in inglese:”Siamo davvero spiacenti i bagagli non arriveranno, andate tutti al secondo piano al self-service, la SAS vi offrira’ una cena gratis”. Una cena gratis? E’ esattamente cio’ di qui ho bisogno in questo momento…. Andiamo tutti al self service e ci dicono che ci siamo sbagliati. Allora torniamo al check-in della SAS e non c’e’ nessuno. Andiamo negli uffici della SAS e un’impiegata ci risponde in modo molto maleducato e poi si defila. Non sapevamo cosa fare, abbiamo vagato tutti e 150 per l’aeroporto senza sapere dove andare. Mi sembrava di vivere un incubo… Ritorniamo al self service e finalmente ci dicono che possiamo accamparci tutti li’. Io pero’ non ho fame e continuo a camminare per l’aeroporto ancora sotto shock. Finalmente mi decido, ho ancora un euro in tasca e chiamo mia madre e mia sorella. Ho incominciato a stare meglio. Poi torno al self service e chiedo: “Ho del mascarpone con me nella valigia me lo potete tenere in frigo?” Un impiegato mi dice che non ci sono problemi, finalmente qualcuno di umano…. Ho ordinato un piatto di prosicutto e una bottiglia di vino. Mi siedo, mi accorgo che sono passate tre ore da quando tutto e’ successo. Incomincio a realizzare che tremenda esperienza ho vissuto e mi si bagnano gli occhi. Poi l’impiegato del self service ritorna e con un accento latino mi dice: “Era davvero buono il mascarpone, grazie!”. Ho apprezzato molto il suo umorismo nello sconforto generale. Cosi’ ho tirato fuori il portatile e ho scritto queste parole. Sono le 9 e mezza, l’aereo nuovo che arrivera’ da Copehaghen per portarci a destinazione arrivera’ qui all’una di notte.

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